Alla vigilia dell’ultima Milano-Sanremo – gara ciclistica disputata lo scorso 17 marzo – Pirelli ha presentato il suo nuovo Stelvio Corsa, pneumatico d’eccezione pensato e realizzato per un’unica vettura, la Ferrari 250 GTO. La location scelta per il lancio non è casuale, nonostante auto da corsa e ciclismo non siano così vicini: il nome Stelvio è nella storia delle due ruote a pedali, una delle salite iconiche del Giro d’Italia, la più lunga in Italia e in Europa con i suoi quasi 25 chilometri. Stelvio Corsa va ad aggiungersi alla serie di pneumatici Pirelli Collezione, creati appositamente per le migliori vetture storiche. Esteticamente la gomma somiglia a quelle dell’epoca in cui venne prodotta per la prima volta la 250 GTO – parliamo dei primi anni ’60 – ma il suo contenuto tecnologico è evoluto ed al passo con gli sviluppi dei nostri giorni.
Un tratto distintivo delle coperture da collezione di Pirelli, che rimandano al classico nell’aspetto esteriore ma internamente nascondono tutta la modernità. In casa Ferrari la 250 GTO è uno dei modelli più rappresentativi e desiderati, alla portata però solo degli appassionati più facoltosi: basti pensare che quattro anni fa un esemplare del 1962 è stato venduto all’asta per la cifra record di 38 milioni di dollari. Questo rende inevitabilmente anche i pneumatici Stelvio Corsa i più costosi ed esclusivi al mondo; oltre a questi sono state presentate anche altre due gomme da collezione, il Cinturato CN36 ed il P7 per Porsche e il Cinturato CN72 per Maserati.
Stelvio Corsa: classicità ed evoluzione tecnologica
All’interno del paddock dell’Autodromo di Monza, gli appassionati di ciclismo e di auto hanno potuto vedere da vicino i nuovi Stelvio Corsa, constatando come nell’aspetto sia stato perfettamente riprodotto il look dei pneumatici dei primi anni ’60, con battistrada e fianchi delle gomme praticamente identici a quelli delle coperture di oltre cinquant’anni fa. Quello che però non si poteva vedere era la tecnologia che si cela all’interno: le mescole impiegate sfruttano gli ultimi ritrovati in fatto di sviluppo tecnologico per offrire il massimo dell’aderenza anche sul bagnato, incrementando così il grip, l’affidabilità e la sicurezza in maniera consistente rispetto alle gomme dell’epoca. L’opera progettuale e costruttiva è stato particolarmente laboriosa: gli ingegneri Pirelli hanno infatti dovuto tener conto dei parametri relativi alla meccanica e alla regolazione delle sospensioni della 250 GTO, per realizzare gomme che calzassero davvero alla perfezione il veicolo.
Modificare dei pneumatici come gli Stelvio Corsa significa fare i conti con la storia: furono proprio queste gomme a regalare alla Ferrari i primi due titoli mondiali di F1 nel 1952 e nel 1953 con Alberto Ascari al volante. Un’epoca pionieristica e meno specializzata di oggi, tant’è che nel 1954 gli Stelvio Corsa trionfarono anche alla 24 Ore di Le Mans con la Ferrari 375 guidata da Froilan Gonzalez detto el Cabezon e Maurice Trintignant. Lo Stelvio nacque nel periodo in cui Pirelli denominava i suoi pneumatici ispirandosi alle montagne delle Alpi (si ricordano anche il Sempione e il Rolle), ma fu il solo a garantirsi gloria imperitura nel settore delle corse grazie ai successi in tandem con la Ferrari, che proprio in quegli anni cominciava a costruire il suo mito alimentato dalle vittorie fino ai giorni nostri. È stato dunque un omaggio quasi obbligato quello di ricreare i gloriosi Stelvio Corsa seguendo i canoni odierni e ricostruire il binomio con il Cavallino Rampante. Naturalmente i pneumatici sono disponibili solamente per le misure della Ferrari 250 GTO: un’esclusività che affonda le sue radici nella storia delle quattro ruote.
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